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Giuseppe Alessi

Sancataldesi

Giuseppe Alessi (San Cataldo, 29 ottobre 1905 - Palermo 13 luglio 2009)

Primo presidente della Regione Siciliana, eletto nell'aprile del 1947, Giuseppe Alessi è nato a San Cataldo, il 29 ottobre 1905, sesto di dieci figli d'un laborioso ed onesto artigiano, il quale ebbe l'orgoglio d'aver educato bene i suoi figli, sia dal punto di vista culturale che da quello morale. Di essi infatti due, Luigi e Alfredo, furono sacerdoti salesiani (quest'ultimo per molto tempo missionario) e due, Rosa e Gilda, furono suore salesiane. Degli altri, una fece la maestra elementare, uno divenne provveditore agli studi, uno esercitò il commercio, una fu geniale sarta: oggi si direbbe "creatrice di moda". Nel 1934, Giuseppe si sposò con Lidia Nicosia; ebbero cinque figli: Domitilla, che avrebbe poi fondato la Casa editrice Novecento, Alba, Sergio, avvocato, Alberto, pianista concertista e per un certo tempo anche deputato della Democrazia Cristiana, ed Emilio.
Avendo, Giuseppe Alessi, scelto la via dello studio, giunse fino alla laurea in giurisprudenza e quindi alla professione di avvocato, che svolse con grande autorevolezza e legandosi di amicizia e di stima reciproca con quelli che furono considerati, nel novecento, i maggiori nomi dell'arte forense: De Nicola, Carnelutti, De Marsico, Bentini. Memorabili sono rimaste alcune sue arringhe. Inoltre, nella qualità di avvocato, fu membro del Consiglio nazionale forense dal 1948, anno della sua ricostituzione postbellica, fino al 1989.
Come fu spinto, nella professione di avvocato, alla sottile ricerca della discriminazione tra la ragione ed il torto in base al diritto vigente, così, sin dall'età di 14 anni, provò passione per le potenzialità della politica a costruire un ordinamento giuridico quanto più giusto nei confronti di tutti gli strati sociali. E ciò, sin dal 1919, quando aderì all'Azione cattolica italiana, nel cui ambito era in quel tempo assai viva l'attenzione verso possibili vie cristiane per un riscatto dei più deboli.
Nel 1921 fondò a Caltanissetta il Circolo giovanile del Partito popolare italiano, del quale sarebbe stato segretario e, dal 1924, presidente. Entrò così in contatto con Don Luigi Sturzo, del quale subì sempre il fascino e col quale stabilì un forte sodalizio umano e politico, durato fino alla morte dell'illustre sacerdote.
Sempre nel 1924, fondò a Caltanissetta la sezione della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI) e negli anni 1927 e 1928 divenne presidente del "Circolo Silvio Pellico", un sodalizio che accomunava, sempre in una visione di matrice cristiana, attività culturali, sportive, teatrali e ricreative; mentre, nel 1927, dava luogo alla costituzione del Circolo operaio cristiano, poi soppresso per sospetto antifascismo; quindi, nel 1930, fondava l'associazione "Lectura Dantis".
Intensa era frattanto la sua attività di pubblicista, sia come corrispondente dell'Osservatore Romano (del quale diffondeva i corsivi "Acta diurna" del suo amico Guido Gonella) che da collaboratore di altri fogli, fino alla fondazione, nel 1943, pochi giorni dopo lo sbarco degli anglo-americani, del periodico "Unità", giornale di decisa opposizione alla nascente idea separatistica. Questo giornale fu, del resto, in Sicilia la prima, e per diversi mesi l'unica, voce libera che indicò un programma di ricostituzione della democrazia in Italia.
Nei confronti del Governo fascista, Alessi fu un deciso oppositore, secondo la linea del pensiero cattolico che andava maturando con i suoi amici Don Luigi Sturzo e Salvatore Aldisio, tanto da essere sottoposto per tre anni a vigilanza speciale.
Il 12 luglio del 1943, giorno in cui entrarono a Caltanissetta i futuri Alleati, Alessi affìsse sul portone del suo studio, in via Cavour, 19, una targa con l'indicazione: "Partito Democratico Cristiano" e creò subito un Comitato interpartitico, "per l'Indipendenza e la Dignità della Patria", sulla scia dei "Comitati di liberazione nazionale", cui aderirono autorevoli personalità di tutte le tendenze politiche e di cui egli fu presidente.
Avendo Alessi già deciso, sin dal natale del 1942, con Salvatore Aldisio, la costituzione del "Partito democratico cristiano", nel settembre del 1943, nel suo studio di Caltanisetta, insieme ad Aldisio, Cortese, Mattarella e Pecoraro, ne redasse lo statuto provvisorio; pochi giorni dopo, venne celebrato, sempre nello studio di Alessi di via Cavour e per iniziativa di Salvatore Aldisio, il primo congresso della appena nata Democrazia cristiana, al quale parteciparono delegazioni delle nove Province siciliane. Nella relazione politica, Alessi indicò come programmi immediati: la deposizione del Re e l'abolizione dell'istituto monarchico; l'abrogazione dello Statuto albertino; la convocazione di una assemblea costituente; la proclamazione della Repubblica; l'attribuzione alla Sicilia d'una piena autonomia regionale.
Nella costruzione del Partito, Alessi si impegnò successivamente sia da segretario provinciale di Caltanissetta che da segretario regionale, fondando anche, nel 1944, l'Unione delle leghe dei lavoratori cristiani onde, nel tempo della ricostruzione e della pacificazione, si potesse pervenire ad una unità sindacale, e nel 1949, in seno alle strutture nazionali del Partito, il Comitato per la Regione Siciliana.
Tra il 1943 ed il 1945, svolse alcune funzioni amministrative pubbliche a livello locale: membro della giunta provinciale amministrativa, presidente provinciale della Croce Rossa, sindaco di San Cataldo, sua città natale (tornerà a questa funzione nel 1958 e nel 1963) e componente del Comitato regionale di liberazione nazionale.
L'incarico che lo proiettò nel più vasto disegno di ricostruzione dello Stato fu la nomina, nel 1945, a componente della Consulta regionale, ai lavori della quale contribuì fattivamente con significative proposte, assunte nel testo definitivo.
Alle prime elezioni dell'Assemblea Regionale (20 aprile 1947), risultò il primo degli eletti della Democrazia cristiana; quindi fu eletto dall'Assemblea Regionale Presidente della Regione. Si dimetterà nel 1948 per protesta contro il voto dell'Assemblea costituente che, disciplinando il coordinamento dello Statuto siciliano con la Costituzione della Repubblica, sottoponeva la Carta fondamentale dell'Autonomia regionale al potere di revisione mediante legge ordinaria, degradandola così ad un rango inferiore a quello delle altre tre regioni a statuto speciale, i cui statuti erano nati direttamente con leggi costituzionali. Venne comunque rieletto Presidente e costituì così il secondo Governo della storia della Regione che durerà fino all'11 gennaio 1949 quando si dimetterà di nuovo per un altro motivo di protesta: questa volta contro la posizione assunta dal Governo della Repubblica che intendeva sopprimere l'Alta Corte per la Regione Siciliana, considerandola, in una visione integrata tra Statuto e Costituzione, assorbita dalla Corte costituzionale.
Fu rieletto all'Assemblea Regionale nel 1951, facendo quindi parte, come assessore regionale per gli enti locali, del secondo Governo Restivo. A lui si deve il testo unico dell'ordinamento degli enti locali, il cui disegno strutturale resisterà, con le opportune modifiche, quasi fino ai nostri giorni.
Tornò alla funzione di Presidente della Regione nel 1955, agli inizi della terza legislatura, mantenendo la carica fino al 28 novembre 1956, quando fu eletto all'unanimità, in un'aula al completo, Presidente dell'Assemblea Regionale. Lasciò quindi l'Assemblea nel 1963, allorché fu eletto senatore.
In questa funzione ricoprì la carica di Vice Presidente della Commissione Giustizia del Senato e quella di componente della Commissione di indagine sul fenomeno della mafia in Sicilia. Quindi, eletto deputato nel 1968, sarà vice presidente della commissione Giustizia della Camera e Presidente della Commissione di indagine sul ruolo dei servizi segreti (Sifar), in ordine ai "fatti dell'estate 1964" (Piano "Solo", Generale De Lorenzo, etc).
Nel periodo in cui partecipò alla vita politica da parlamentare nazionale, Alessi costituirà con Gonella, Ravaioli e Rapelli una sorta di quadrilatero di forte ispirazione centrista e sturziana, per cui il gruppo fu indicato come dei "Centristi sturziani", alla cui linea ideologica di fondo contribuiva la partecipazione di Alessi, in quel tempo, al consiglio di amministrazione dell'Istituto di studi Luigi Sturzo di Roma. Nel 1970 fu eletto deputato al Parlamento europeo, dove tornò ad occuparsi ancora dei problemi della giustizia come vice presidente della relativa commissione.
Cessata l'attività parlamentare, nel 1972 fu nominato Presidente dell'Istituto per l'Enciclopedia italiana, carica che ha ricoperto fino al 1992. Quindi, in riconoscimento dell'adesione dottrinaria e positiva al pensiero dell'illustre Sacerdote di Caltagirone, il tre ottobre del 2000, è stato assegnato a Giuseppe Alessi, il Premio internazionale Luigi Sturzo.
Giuseppe Alessi è morto a Palermo il 13 luglio 2009 all'età di 104 anni. Oltre all'effetto dei molti che spontaneamente gli hanno reso l'estremo saluto ed alle commemorazioni avvenute presso diverse istituzioni ed associazioni culturali, va ricordato, perché particolarmente toccante come momento di chiusura d'un segmento di Storia della Sicilia, la commemorazione svoltasi solennemente nella Sala d'Ercole dell'Assemblea Regionale Siciliana, per iniziativa del suo Presidente Francesco Cascio il 14 luglio 2009, in sospensione dei lavori parlamentari.

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